Sull’onda dello straordinario successo de
IL CODICE DA VINCI, è stato pubblicato in Italia anche
Angeli e demoni che Dan Brown ha scritto nel 1999 e pubblicato in America nel 2000.
Il tema fulcro di questo romanzo è la contrapposizione tra fede e scienza.
Robert Langdon, massimo esperto di simbologia religiosa, dopo essere
stato svegliato nel cuore della notte e trasportato dagli Stati Uniti
in Svizzera, si trova a dover esaminare un cadavere terribilmente
mutilato e marchiato a fuoco dal terribile segno degli Illuminati,
setta molto potente che da secoli combatte il primato della Chiesa
sulla Terra. L’orrendo omicidio è stato perpetrato nei laboratori del
CERN, a Ginevra, ai danni dello scienziato Leonardo Vetra che, insieme
alla figlia Vittoria, era riuscito a imprigionare in una specie di
camera di sospensione a forma di cilindro un campione di antimateria.
Naturalmente si tratta di una particella altamente instabile che, se
entrasse in contatto con la materia circostante, genererebbe
un’esplosione dalle proporzioni catastrofiche.
Nel frattempo, a Roma sta per iniziare il conclave per l’elezione del
nuovo papa ed è proprio in Vaticano che il cilindro è stato nascosto,
visibile sul monitor della guardia svizzera, ma impossibile da trovare
in tempo utile. Come se non bastasse i quattro cardinali candidati al
Sommo Pontificato sono scomparsi. Tocca a Langdon e a Vittoria correre
a Roma e trovare una soluzione tra codici cifrati e cripte seguendo
antichi e segreti percorsi tra chiese magnifiche e splendidi monumenti…
Questo libro è molto simile nella struttura a
Il Codice Da Vinci,
ma non ha lo stesso fascino. Al di là delle imprecisioni linguistiche e
storico-artistiche che sono assolutamente evidenti, il racconto, seppur
costruito con sapienza, non è a mio parere il capolavoro di cui molti
parlano. L’idea della storia improntata sul conflitto tra scienziati e
uomini di fede è ottima e forse anche il suo primo svilupparsi, ma
nella parte finale rasenta l’assurdo o forse il ridicolo. Credo
tuttavia che possa essere una piacevole lettura, dalla narrazione
fluida e scorrevole, a tratti intrigante e fantasiosa. In fondo tutto
dipende dalle nostre aspettative, la cosa fondamentale è non credere di
trovarvi l’Eco de
Il nome della rosa o il Follett de
I pilastri della Terra.
Per concludere sono convinta che Dan Brown sia abile e capace nella
scrittura, ma credo che il suo talento più grande sia quello di
comprendere come attirare su di sé l’attenzione del pubblico e dei
media. Un’ottima operazione di marketing spesso, e aggiungo purtroppo,
serve molto più delle abilità creative e del talento, letterario o di
qualunque altro genere esso sia.
edizione in formato digitale
pagine : 415