17, la iella in numeri
13 Set 2007 - 13:43
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![]() 17, la iella in numeri Perché proprio lui? Origini storiche di una superstizione testo di Andrea Ferrero Per la smorfia napoletana è “la disgrazia”; se capita di venerdì è meglio non uscire di casa, negli alberghi la stanza corrispondente non esiste: ma perché il numero 17 porta sfortuna? Come è nata la discriminazione verso un numero che dopotutto fa il suo onesto lavoro come tutti i suoi fratellini? Ricostruire le origini delle superstizioni non è una scienza esatta e quindi una risposta sicura è al di fuori delle nostre possibilità, ma possiamo elencare le interpretazioni più comuni. Una spiegazione molto accreditata risale all'antica Roma. Il 17 era considerato un numero nefasto, perché la sua rappresentazione in cifre romane XVII è un anagramma di VIXI, che in latino significa «vissi» e di conseguenza «sono defunto, non vivo più». Secondo altri, tuttavia, la credenza avrebbe origini molto più antiche: nella Bibbia il diluvio universale iniziò proprio il diciassettesimo giorno del secondo mese (chissà se cadeva di venerdì?) e terminò il 17 del settimo mese, quando Noé raggiunse l'Ararat. Secondo Plutarco i pitagorici (che di paturnie numerologiche ne facevano collezione) avevano orrore del numero 17, perché intermedio tra 16 e 18, gli unici due numeri che rappresentano contemporaneamente la superficie e il perimetro di uno stesso quadrilatero, essendo 16 = 4 + 4 + 4 + 4 = 4 × 4 e 18 = 3 + 3 + 6 + 6 = 3 × 6. La fama iettatoria del numero 17 si sarebbe rafforzata, in epoca moderna, con la sfortunata vicenda del mancato re Luigi XVII che, in piena Rivoluzione francese, non salì mai al trono e morì in carcere. Quando poi, con la restaurazione della monarchia, diventò re lo zio, questi assunse prudentemente il nome di Luigi XVIII. Quel che è certo è che nella superstiziosissima Italia il 17 è un numero da cui ci si tiene alla larga. Si dice che negli aerei manchi la fila 17 (oltre alla numero 13), anche se questa pratica mi ha sempre lasciato perplesso: la fila numero 17 rimane la numero 17 anche con un'altra etichetta: perché mai la sfiga (che come è noto ci vede benissimo) dovrebbe lasciarsi ingannare da uno stratagemma così grossolano? Si sente dire perfino che l'autostrada A17 non esista e si favoleggia di una imprecisata A16bis, anche se le cose non stanno proprio così: in effetti l'A17 esiste, è il raccordo Roma-Fiumicino, ma sui cartelli la sua indicazione è “A” senza alcun numero. Fidarsi è bene... E come dimenticare la canzone di Francesco Guccini ?Statale 17? (che sarebbe poi la Foggia-Campobasso, per la cronaca), da sempre cantata nelle gite in macchina per mettere alla prova la sorte, insieme con la famigerata ?Canzone per un'amica? dello stesso cantautore barbuto? Si sa anche che quella del 17 è una specialità italiana, come il parmigiano: nei paesi anglosassoni è il 13 ad attirare tutte le sventure, probabilmente perché tredici erano i partecipanti all'Ultima Cena, anche se non mancano i riferimenti simbolici al numero 13 nelle religioni di molti altri popoli antichi, dai Vichinghi agli Egizi ai Cinesi, e naturalmente nell'astrologia. In Italia invece il 13 è stato a lungo un simbolo di fortuna – almeno finché il Totocalcio è rimasto il gioco d'azzardo più popolare… Ovviamente noi scettici non prestiamo fede a simili sciocchezze e ci guardiamo bene dal cambiare numero per scaramanzia al VS17 che state leggendo; anzi, questo numero è stato completato più in fretta del solito. Non ci resta che inserire questo articolo e portare tutto in tipografia: soltanto un virus potr%âÏΏאַ@‰¢Š±1° Xñš±×0¾<ɰ 17z#©€@♫‰Ü6þ #Ã_Í™‹ÏÁ&! ý2É_&‡ð_Çæ Andrea Ferrero http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tema=numeri&nome=17_iella_numeri Le mie inserzioni ![]() |