MARIO CARDINALI
I COMANDAMENTI
DEL
Vernacoliere
TROMBARE MENO
TROMBARE TUTTI
illustrato da
D. Caluri
Editore Piemme
prima edizione
2006
UMORISMO
Copertina flessibile con risvolti illustrata a colori,
rilegatura editoriale, pagine 332, formato cm. 17X24.
Condizioni: OTTIMO PARI AL NUOVO COME
MOSTRANO LE IMMAGINI
In
principio fu la topa: autentica categoria kantiana del pensar satirico del più
scandaloso, imprevedibile, libertario giornale italiano, foglio dissacrante
diventato negli anni autentico fenomeno di culto. Dito nell'occhio dei potenti
di ogni scuderia e di ogni cilindrata, antidoto all'impero del pappa e ciccia,
Il Vernacoliere ha saputo raccontare mirabilmente mostri, miti e troiai vari
del Belpaese, con la sua informazione ferocemente paradossale che - per dirla
con le parole del grande Oreste del Buono -"sfugge alla banalità, vera
volgarità del nostro parlare quotidiano". La sua satira, e le sue
irresistibili copertine, poggiano saldamente su alcuni grandi tormentoni,
solidissimi pilastri, temi guida di un dissacrante e illuminante racconto dei
vizi e delle virtù della società. La topa e il pipi, certamente, ma anche i
pisani, metafora dell'"altro" (perché ognuno, in fondo, c'ha il suo
pisano), i politici e la politica, la salute e il lavoro, le guerre e i
militari, i preti, il carrozzone mediatico, la realtà quotidiana, con le sue
imposizioni e sofisticazioni. È il grido liberatorio di chi, per coniugare
riforme e rivoluzione nel migliore dei mondi possibili, proclama:
"Trombare meno, trombare tutti".
Il Vernacoliere (più
precisamente Livornocronaca - il Vernacoliere) nato nel 1982 da una formula che
affonda le sue profondissime radici nel periodico locale di controinformazione
libertaria Livornocronaca, settimanale dal 1961 al 1969, poi quindicinale
fino al 1972 e infine mensile col sottotitolo il Vernacoliere, divenuto tout
court il Vernacoliere con la completa svolta satirica e linguistica del 1982
(il vernacolo livornese per gli articoli satirici fondamentali e per la maggior
parte delle vignette e dei fumetti) e con la diffusione regionale toscana dal
1984, divenuta poi interregionale.
Attualmente la tiratura media è di 42mila copie a
numero, diffuse nelle edicole di tutta la Toscana e in parte di quelle
dell’Umbria, della Liguria, dell’Emilia, del Lazio, della Lombardia e del
Piemonte, e con migliaia d’abbonati in tutta Italia e all’estero. La vendita
delle copie è l’unica fonte di reddito del Vernacoliere, sul quale è
praticamente assente la pubblicità per una precisa scelta editoriale.
Dito nell’occhio (e nel culo, dicono i benpensanti)
dei potenti d’ogni scuderia e d’ogni cilindrata, il Vernacoliere adopera il
linguaggio labronico enfatizzandone la tipica ironia popolaresca anche col
frequente ricorso a termini d’ambito sessuo-anatomico cosiddetti triviali ma in
realtà connaturati alla sboccata espressività dissacratoria della gente
labronica, che a mandà ‘n culo anche ‘r re ci mette quanto a mandà ‘n culo
anche ‘r papa
Spese
di spedizione Euro 2 con posta "piego di libri opportunamente protetto in
custodia di cellofan e inviato dentro apposita busta postale.
NON E’ PREVISTA LA CONSEGNA BREVI MANU
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