MANUALE D'OFFICINA
Manuale
completo d'officina Ducati 500 sl desmo pantah
il manuale è composto da
148 pagine in formato multilingue (Italiano,Inglese, )
Oggetto che non deve
ASSOLUTAMENTE mancare a voi appassionati
Ottimo sia per il fai da
te che per chi semplicemente vuole conoscere a fondo la propria moto.
QUESTO è LO STESSO
MANUALE CHE LA DUCATI FORNIVA ALLE PROPRIE OFFICINE AUTORIZZATE.
All'interno del manuale
viene spiegato: vedi foto allegata
Workshop
Manual for Ducati 500 sl desmo pantah
the handbook is
composed from 148 multilanguages pages.(Italian,English)
Object that does
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motorbike
THIS IS THE SAME
HANDBOOK THAT the DUCATI SUPPLIED ALLE OWN AUTHORIZED WORKSHOPS.
Inside of the
handbook comes explained: you see photo attached
Nella seconda metà degli anni '70, la Ducati era preoccupata dal fiasco commerciale delle GTL 350/500 bicilindriche parallele (note con il nomignolo di "Demonio") prodotte negli stabilimenti della consociata spagnola Mototrans, che aveva lasciato la gamma della casa bolognese "scoperta" nel settore delle moto di media cilindrata.
Si rendeva, quindi, necessaria l'immediata presentazione di un modello sostitutivo.
La progettazione [modifica]
Incaricato di progettare una nuova moto, l'ufficio tecnico della Ducati si mise all'opera, agli inizi del 1976, per realizzare quello che diverrà uno dei propulsori più importanti della sua storia.
Lo schema prescelto è quello del motore bicilindrico a V di 90° longitudinale (comunemente detto ad "L") progettato da Taglioni alla fine degli anni '60 (l'esordio sulla 500 GP del 1971), ma il sistema di distribuzione ed il cambio furono completamente ripensati.
Una Ducati 600 SL del 1984
Questa volta, però, Taglioni dettò solo le linee di base e decise di
far sviluppare la progettazione alle "nuove leve" Gianluigi Mengoli e
Renzo Neri. Alla fine del 1977, il primo prototipo era pronto per il collaudo, ma i risultati si rivelarono non soddisfacenti sotto il profilo dell'affidabilità.
Così poco soddisfacenti che lo staff tecnico decise all'unanimità di
ridisegnare completamente il basamento, invertire la rotazione del motore ed utilizzare delle cinghie dentate (anziché, come originariamente previsto, una catena) per comandare la distribuzione desmodromica. Tuttavia, considerato che la parte telaistica era ormai pronta, il prototipo venne inviato al Salone di Milano del 1977.
Nel frattempo l'opera dei progettisti proseguì per arrivare a conclusione verso la seconda metà del 1978 con il secondo prototipo marciante che forniva la considerevole potenza di 48 cv al banco. Servì ancora un anno di messa a punto per giungere all'omologazione, nell'ottobre del 1979.
Versione |
Anni di produzione |
Esemplari |
500 L Pantah |
dal 1979 al 1983 |
3.835 |
600 L Pantah |
dal 1980 al 1982 |
2.366 |
500 L Pantah Speedway |
dal 1980 al 1982 |
9 |
600 TL |
dal 1982 al 1983 |
801 |
600 TL - PU |
nel 1982 |
99 |
350 XL |
dal 1982 |
|
350 TL |
nel 1983 |
275 |
350 SL Pantah |
nel 1983 |
211 |
500 SL Pantah |
nel 1983 |
1 |
600 SL Pantah |
dal 1983 al 1984 |
583 |
650 SL Pantah |
nel 1983 |
288 |
600 SL Pantah Corsa |
nel 1983 |
30 |
Totale
|
8.498
|
Subito messa in vendita, la moto riscosse un buon gradimento, sia
per le convincenti prestazioni, sia per la veste estetica, curata da
Marco Cuppini, che risultò particolarmente indovinata per la nuova
mezzolitro sportiva 500, così come la scelta della denominazione
"Pantah", contrazione di "pantera".
La "Pantah" venne prodotta dal 1979 al 1984 nelle cilindrate
500, 350, 600 e 650, in oltre 8.000 esemplari. Tuttavia, l'importanza
di quel propulsore, travalica i numeri della produzione, essendo
divenuto il modello funzionale dal quale presero ispirazione tutti i
motori Ducati del futuro.