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picchiata perchè rifiuta il matrimonio combinato

30 Lug 2008 - 10:29


Milano 28 luglio 2008
Una 16enne del Bangladesh per due anni è stata maltrattata dai genitori perché si ribellava alle nozze combinate con un connazionale molto più vecchio di lei. Stanca delle frustate a sangue, delle botte, e dell'umiliazione del taglio di capelli corti come un maschio, ha avuto il coraggio di denunciare la sua situazione via email a una professoressa. Ora lei è in una comunità protetta a Milano e i genitori sono indagati per maltrattamenti.
La vicenda è emersa dopo la lettera elettronica spedita dalla ragazza, che aveva già tentato due volte il suicidio, a un’insegnante. La professoressa si è subito rivolta alle forze dell’ordine. Così i genitori sono stati indagati dalla procura di Milano per maltrattamenti in famiglia e lesioni, mentre la figlia è stata affidata ad una comunità protetta. Dalla email sono velocemente emersi i dettagli della vita domestica dell’adolescente, primogenita di una coppia di bangladesi, giunti in Italia da dieci anni, e unica femmina di quattro figli. Il padre è titolare a Milano di un phone center e lavora anche come addetto alle pulizie, mentre la madre fa lavori saltuari. Così, si è appreso che, da quando aveva 13 anni, la ragazzina era costretta dai genitori a vestirsi come un maschio e a portare capelli corti. Se si ribellava, la minacciavano di rimandarla in Bangladesh per farle sposare un uomo molto più vecchio di lei. I maltrattamenti andavano dalle frustata a sangue con una bacchetta di legno alle percosse. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione della ragazza sarebbe stata la punizione inflittale dalla madre dopo che l’adolescente era tornata a casa in ritardo da un corso extrascolastico: la donna l'avrebbe picchiata con un bicchiere che le si sarebbe rotto sul braccio, ferendola. Il caso di Milano non è tuttavia isolato: sono oltre 3.600 gli sos delle immigrate giunti negli ultimi sei mesi al numero verde “Mai più sola”, a disposizione delle donne straniere, in particolare islamiche. La vicenda ricorda la tragica fine di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel Bresciano dal padre, dallo zio materno e da due cognati perché conviveva con il fidanzato e non voleva cedere a un matrimonio deciso dalla famiglia; o quella piu' recente di un'altra sedicenne, di origine indiana, di Udine picchiata a sangue dal padre perché rifiutava la prospettiva di un matrimonio combinato nel Paese d'origine, e per essersi trovata un fidanzatino.
da TGCOM cronaca
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Autore Commento
valbo50
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MessaggioInviato: 30 Lug 2008 - 18:36
Rispondi citando

Questa è la cosidetta integrazione che tutti sbandierano a destra e a manca. Gli estracomunitari che sono nel nostro paese, se vogliono davvero integrarsi devono abbandonare certe regole e pratiche in uso nei loro paesi. Devono capire che qui da noi certe cose non sono accettate. Se fuggono dai loro paesi per vivere diversamente, devono anche saper cambiare la loro mentalità. I genitori devono capire che i loro figli, ormai sono cambiati. Finche non riusciranno ha capire questa realtà, ci saranno ancora questi episodi. Assolutamente No
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giappi80
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MessaggioInviato: 01 Ago 2008 - 11:35
Rispondi citando

Brutta storia che non saprei neppure commentare, perchè certo ai nostri occhi sono vicende disumane ma magari la loro cultura permette tutto ciò.. Quindi mi chiedo, è giusto condannarli secondo le nostre leggi italiane ed occidentali oppure è giusto (come anche qualche intellettuale dice) di rispettare le loro usanze e la loro cultura?

Io penso sia più giusto condannare simili vicende perchè come in questo caso vengono violati quei diritti della persona umana, che sono diritti naturali ed universali!
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