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Qualche nuova ceramica : -))))))

12 Giu 2009 - 18:15

[  Umore: Felice ]

Eccomi di nuovo con le mie ceramiche, alcune sono ripetizioni di lavori
che avevo già fatto ma c'è anche qualche novità Molto felice


piastrelle varie


rosa dei venti ed altre decorazioni


gatti stilizzati

pannello c. 30 x cm. 30)
donna con bicicletta stile art deco


piastella in stile "Caltagirone"

gatto con gomitolo (je l'aime)




bianco e blu (Albisola) putto con castello

Marta


Obama all'Islam : sospetti e discordie devono finire

04 Giu 2009 - 18:17

[  Umore: Felice ]


Storico e attesissimo discorso del presidente americano all'Università del Cairo
"Non siamo in competizione, abbiamo principi comuni"
Obama all'Islam: "Cerchiamo un nuovo inizio
Sospetti e discordie devono finire"


IL CAIRO - "Sono qui per cercare un nuovo inizio fra gli Stati Uniti ed i musulmani nel mondo, basato sul mutuo interesse e sul mutuo rispetto. E sulla verità: America e Islam non devono essere in competizione. Invece, si sovrappongono e condividono principi comuni, di giustizia e progresso, di tolleranza e dignità di tutti gli esseri umani". Barack Obama tende la mano agli islamici. Nell'attesissimo discorso, limato costanemente nelle ultime settimane dal presidente, pronunciato all'Università del Cairo davanti ad una folta platea, che più volte lo ha applaudito, Obama pone l'accento su ciò che unisce Stati Uniti e musulmani, dopo anni di "paura e diffidenza", che hanno invece evidenziato le differenze. E insiste sulla necessità di inaugurare una nuova era - anche se, riconosce, "non basterà un solo discorso a sradicare anni di diffidenza" - superando stereotipi negativi, da entrambe le parti. Sia sull'Islam che sugli Stati Uniti d'America: "Proprio come i musulmani non rientrano in un crudo stereotipo", dice, "lo stesso accade per l'America, che non è un impero interessato solo a sé stesso".

Citando spesso il Corano, il presidente ha ricordato i contributi dell'Islam alla civiltà occidentale, ha sottolineato come l'Islam sia "senza dubbio parte della storia degli Stati Uniti", ha ripercorso le proprie radici familiari a partire dal suo stesso nome, Barack Hussein Obama, per poi trattare molti altri argomenti. Dall'Afghanistan all'Iraq, dal terrorismo che dev'essere isolato e combattuto insieme, al conflitto israelo-palestinese, sostenendo la necessità di due Stati, dove israeliani e palestinesi possano vivere in pace e sicurezza. Ha parlato anche della complessa situazione mondiale e dell'Iran: anche in quest'ultimo caso, ha ricordato, "sarà difficile superare decenni di diffidenza, ma vogliamo guardare avanti invece che rimanere prigionieri del passato. Ora il punto non è ciò a cui l'Iran si oppone, ma piuttosto, che tipo di futuro vuole costruire". Questioni estremamente complesse, non certo facili da affrontare, ammette Obama. Ma si tratta di "interessi comuni, che potremo realizzare solo insieme", dice il presidente, isolando chi vuole "alimentare divisioni e impedire la via del progresso". Ecco i punti principali del discorso.

Combattere gli estremismi. "Qualsiasi cosa pensiamo del passato, non dobbiamo rimanerne prigionieri. I nostri problemi vanno affrontati in partnership e il progresso va condiviso. Ma la prima questione da affrontare è l'estremismo violento in tutte le sue forme. L'America non è e non sarà mai in guerra con l'Islam. Tuttavia, confronteremo senza tregua gli estremisti violenti che pongono un serio rischio alla nostra sicurezza. Il mio primo compito come presidente è proteggere il popolo americano".

Afghanistan. "Non vogliamo tenere le nostre truppe in Afghanistan, non cerchiamo basi militari lì e porteremmo volentieri a casa ogni soldato se fossimo convinti che non ci siano in Afghanistan e Pakistan estremisti violenti che vogliono uccidere quanti più americani possibile. Ma così non è. Ecco perché siamo parte di una coalizione di 46 paesi. E nonostante i costi, l'impegno dell'America non si indebolirà".

Iraq. "Gli eventi in Iraq hanno ricordato all'America la necessità di usare la diplomazia e creare consenso internazionale per risolvere i nostri problemi ogni volta che è possibile. Ora l'America ha una doppia responsabilità: aiutare l'Iraq a costruire un futuro migliore e lasciare l'Iraq agli iracheni. Le nostre brigate di combattimento saranno rimosse dal Paese il prossimo agosto e rispetteremo l'accordo con il governo iracheno democraticamente eletto di ritirare tutte le truppe dall'Iraq entro il 2012".

Israele e Palestina, due stati. "I forti legami degli Stati Uniti con Israele sono noti. Questo legame è indistruttibile e l'aspirazione ad una patria per gli ebrei è radicata in una storia tragica che nessuno può negare. Al tempo stesso, è allo stesso modo innegabile che il popolo palestinese abbia sofferto nella ricerca di una patria. La situazione della gente palestinese è intollerabile. E l'America non girerà le spalle alla legittima aspirazione palestinese alla dignità, a ciò che è opportuno e ad uno stato proprio. L'unica soluzione è che l'aspiarazione di entrambe le parti sia realizzata attraverso due stati, dove israeliani e palestinesi possano vivere in pace e sicurezza. E' nell'interesse di Israele, della Palestina, dell'America e del mondo. I palestinesi devono abbandonare la violenza. Hamas deve riconoscere gli accordi passati ed il diritto di Israele ad esistere. Israele deve rispettare l'obbligo di permettere ai palestinesi di vivere, lavorare e sviluppare la propria società".

Iran. "Invece di rimanere intrappolati nel passato, il mio paese è pronto ad andare avanti. Il confronto sul controverso programma nucleare iraniano è a una svolta decisiva. Non riguarda solo gli interessi americani, ma si tratta di prevenire una corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente che potrebbe portare la regione e il mondo intero lungo un cammino molto pericoloso. Riaffermo l'impegno dell'America per un mondo senza armi nucleari, ma ogni nazione, Iran compreso, dovrebbe avere diritto ad avere accesso al nucleare per scopi pacifici, se rispetta gli obbligli del Trattato di non proliferazione nucleare".

Democrazia. "Nessun sistema di governo può o deve essere imposto da una nazione ad un'altra. Ma questo non riduce il mio impegno per avere governi che riflettano la volontà della gente. L'America non presume di sapere ciò che è meglio per tutti, ma ho la convinzione certa che tutti i popoli desiderino alcune cose: la possibilità di poter affermare le proprie opinioni e poter avere voce su come si è governati. La fiducia in una legge uguale per tutti e in una giusta amministrazione, un governo trasparente, che non si approfitti della cittadinza, che sia onesto, e la libertà per ciascuno di scegliere la vita e lo stile di vita che preferisce. Queste non sono idee americane, ma diritti umani di base, che sosterremmo e per cui combatteremo ovunque".

(4 giugno 2009)
fonte: la repubblica.it

Finalmente qualcuno che anzichè cercare di annientare gli "altri" sta cercando un dialogo basato sui principi comuni, sulla tolleranza e sulla dignità. Applauso Applauso Applauso

Marta


I cassetti della memoria

31 Mag 2009 - 7:26

[  Umore: Felice ]

Oggi in una mail inviata ad un amico parlavo dei cassetti della memoria, dei ricordi che ogni tanto riaffiorano all'improvviso.
Il tempo passato, a volte passato remoto, torna ad essere un tempo presente.
Può essere un ricordo doloroso che si cercava di dimenticare ma per fortuna può anche essere un ricordo tenero...il ricordo di una musica che ascoltavo da ragazzina.
Mi è capitato stasera mentre ero in auto e tornavo a casa dopo essere andata a trovare mio zio.
La radio era sintonizzata su radio cuore2 quando hanno trasmesso una canzone che non sentivo più da una quarantina d'anni.
Mi sono resa conto che le parole le ricordavo tutte, come si ricordano le poesie studiate a scuola
Mentre la trasmettevano sono arrivata a casa ed ho parcheggiato lasciando la macchina accesa fino a quando la canzone è finita.
Sono rientrata a casa felice Molto felice


[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=RPtP1F7dUeU[/youtube]
ADAMO
"La tua storia è una favola" 1968


Marta
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Un libro per conoscere Barack Obama

26 Mag 2009 - 17:40

[  Umore: Felice ]


I SOGNI DI MIO PADRE
di Barack Obama



Barack Obama racconta i suoi primi trent'anni di vita.

Una vita sicuramente non facile essendo nato dall'unione tra una donna bianca americana ed un uomo di colore keniota.

E' una autobiografia di quelle che piacciono a me, sincere fino in fondo, che non raccontano solo ciò che il lettore medio vorrebbe sentire ma, al contrario, raccontano la vita vera e attraverso le parole si mette a nudo l'anima più autentica dell'autore.

Questo libro è stato per me un viaggio alla scoperta di Obama.


E' stato scritto nel 1995 e perciò prima che iniziasse la carriera politica che l'avrebbe portato a diventare presidente degli Stati Uniti d'America e forse per questo è scritta con la massima sincerità e a volte anche con durezza. Forse se l'avesse scritta in un periodo successivo sarebbe stata diversa perchè per lui sarebbe diventato un problema raccontare fatti che avrebbero potuto danneggiare la sua immagine pubblica.

A posteriori posso pensare che questo libro l'abbia avvantaggiato nella campagna elettorale, infatti i suoi avversari politici non hanno potuto trovare "scheletri" nel suo armadio perchè aveva già reso la sua vita di dominio pubblico.


ALCUNI DEI PUNTI CHE MI HANNO PARTICOLARMENTE COLPITO



vede la morte per la prima volta

ha sei anni ed è appena arrivato in Indonesia con la madre per raggiungere il secondo marito di lei. Il patrigno lo reputa abbastanza grande per mostrargli da dove arriva ciò che si trova nel piatto per cena e lo fa assistere all'uccisione di una gallina

"la gallina cadde a terra con un tonfo, si rialzò barcollando e cominciò a correre in cerchio con la testa che pendeva grottescamente da un lato. I cerchi si facevano sempre più stretti e il fiotto di sangue che fuoriusciva sempre più debole fino a che la gallina non stramazzò a terra" "Più tardi, sdraiato da solo nel mio letto ascoltavo il verso dei grilli ripensando all'ultimo spasmo di vita che avevo visto poche ore prima. A stento riuscivo a credere alla mia buona sorte"



scopre la sua identità di "nero"
Barry (da piccolo lo chiamavano così) ha circa dieci anni e sfogliando una rivista vede l'immagine di un uomo con un colorito spettrale e non omogeneo e leggendo la didascalia apprende che si tratta di una delle tantissime persone di colore rovinate da una cura sbagliata che li doveva fare diventare bianchi.
Fino ad allora non si era reso conto di essere "nero"


l'impegno nello studio e i principi che gli trasmette la madre
vivevani in Indonesia non aveva i soldi per mandarlo alla scuola internazionale .

"Mi svegliava alle quattro del mattino, mi obbligava a fare colazione e mi insegnava inglese per tre ore prima che andassi a scuola e lei al lavoro"

"Se vuoi diventare un uomo hai bisogno di valori" ed i valori che gli insegna sono: la correttezza, la sincerità e l'autonomia di giudizio



primo giorno di scuola quando torna negli USA

E', insieme ad una bambina nera, in una classe di soli bianchi.Un ragazzino ripete il nome Barack ad alta voce vacendo il verso di una scimmia, un altro ragazzino gli chiede se suo padre era un cannibale

"sentivo sempre più forte il senso di non appartenenza"


il basket

"potevi sfidare un avversario a parole, poi però quelle parole dovevano trasformarsi in fatti, altrimenti era molto meglio tenere la bocca chiusa"



evita l'eroina
"Micky, il mio potenziale iniziatore, aveva insistito troppo per farmela provare.

Aveva tirato fuuori l'ago e il laccioemostatico e io lo osservavo quando nella mia mente si materializzò l'immagine di una bolla d'aria, sferica e brillante come una perla, che rotolava tranquilla lungo una vena e mi fermava il cuore"


ripensa al rimprovero della sua amica Regina
"guarda dentro di te prima di giudicare gli altri. Non far pulire il tuo schifo agli altri.Non esisti solo tu"



il diacono Will condivide con la comunità un ricordo personale_
"I miei genitori non erano ricchi e vivevamo a Altgeld.

Però se ripenso alla mia infanzia, conservo dei bei ricordi.

Andavamo alla foresta di Blackburn a raccogliere i frutti di bosco. Costruivamo dei carretti con le cassette di frutta e le ruote dei pattini e correvamo nel parcheggio. Ricordo le gite con la scuola e ricordo che durante le vacanze estive incontravamo altre famiglie nel parco, tutti fuori ma nessuno spaventato. In estate se faceva troppo caldo si dormiva all'aperto. Che bei ricordi....mi sembra che sorridessimo, che ridessimo sempre....

Adesso non vedo più ragazzi sorridenti. Li guardi, li ascolti e sembrano sempre preoccupati, infuriati per qualcosa. Non si fidano di niente e di nessuno. Nè dei genitori nè di Dio. Neanche di sè stessi. Non è giusto. Non è così che dovrebbe esse....ragazzi che non sorridono, non dovrebbero esserci "


LA MIA OPINIONE SUL LIBRO

Ho voluto riportare qualche stralcio del libro per dare una veloce immagine di qualche momento della sua vita.

Alcuni di questi momenti sono molto importanti perchè sono serviti a farlo riflettere sugli errori che stava commettendo ed a fargli individuare la strada da seguire.

A mio giudizio ad aiutarlo in un momento decisivo sono stati soprattutto i rimproveri dell'amica Regina.La mia opinione su questo libro è assolutamente positiva. Era dai tempi della scuola, una vita fa, che non leggevo due volte di seguito lo stesso libro, ma allora ero obbligata a farlo per motivi di studio.Appena ho finito di leggerlo mi è venuta subito voglia di ricominciarlo dal principio e questa volta ho sottolineato con la matita le parti che mi sembravano più rilevanti. Anche quella di sottolineare è una abitudine scolastica ma non mi era mai capitato di farlo con un libro di lettura. per me è stato un evento eccezionale.


Il "Time" ha scritto "IL MIGLIOR MEMOIR DI UN POLITICO AMERICANO. Personalmente è l'unico che ho letto ma sono tentata di credere che hanno colpito nel segno.lo consiglio a tutti, ma soprattutto a quelli che come me hanno istintivamente riposto fiducia in questo nuovo Presidente.

Leggendolo si possono comprendere i motivi che lo hanno portato a scegliere il lavoro di coordinatore di comunità ed in seguito lo hanno portato ad intraprendere la carriera politica

Marta

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Facebook riesce ad influenzare anche la giustizia!

20 Mag 2009 - 18:18

[  Umore: Confuso ]

Stamattina mentre ero al bar per il caffè ho dato un'occhiata al Secolo XIX e ho letto un articolo che mi ha impressionato relativo ad un processo per spaccio. Adesso l'ho trovato anche sul quotidiano on-line e lo riporto qui di seguito.
Citazione:
Arrestato per hashish, assolto
in nome del popolo di Facebook

20 maggio 2009 | Matteo Indice

Tremilaseicento “amici” la pensavano come lui, e cioè che un po’ di spinelli in compagnia e tre grammi di hashish fossero un peccato veniale. Perciò gliel’hanno fatto sapere su Facebook mentre era ai “domiciliari”, accompagnando i messaggi con invettive al giudice che l’aveva mandato agli arresti. A quel punto il magistrato, bersaglio telematico di un’improvvisata giuria popolare, si è dovuto astenere dal processo lasciando che lo celebrasse un collega. Risultato: l’imputato è stato assolto e il primo giudice è finito pure sotto tutela della Digos.

Succede a Genova e il protagonista è un uomo di 36 anni che nel settembre 2008 viene controllato in un parco pubblico. Ha un po’ di “fumo” che - si giustifica - «serve per fare qualche canna da passare agli amici». Per l’Arma è spaccio e D. T. trascorre una notte in guardina, quindi finisce in aula per la direttissima che tanto direttissima non è. Lo liberano, con l’obbligo di firma in caserma, mentre la sentenza è rimandata. Per tre mesi riga dritto, poi smette: colpo della strega, movimenti limitati. D.T. sfodera certificati medici e insiste: «I carabinieri mi dissero che non ci sarebbero stati problemi». Nessuna comunicazione al tribunale però. E lo stesso giudice che l’aveva messo fuori, gli affibbia i domiciliari. A questo punto D. T. si scatena. Obbligato a stare 24 ore al giorno in casa s’incolla al computer, trasforma il suo spazio-internet in un’arena dove fanno tutti il tifo per lui e l’effetto Facebook è così forte che la polizia si preoccupa, finché il magistrato non si chiama fuori. Avrebbe davvero condannato D. T. ? Impossibile saperlo, ma la sentenza virtuale ha comunque modificato il corso del processo.



Dovremmo iniziare a preoccuparci, i gruppi che nascono su Facebook sono veramente incontrollabili, le persone sembrano godere nel perdere la propria identità personale per unirsi a gruppi del tipo " Salvatore Riina" (tutt'ora presente con 1281 membri), oppure "uccidiamo Berlusconi" "uccidiamo Vladimir Luxuria" "stupro di gruppo" che per fortuna sono stati cancellati. Anche i gruppi demenziali del tipo "uccidiamo Virgola" (8892 membri) mi fanno accapponare la pelle Grande stupore
Io mi sono registrata ma i gruppi non mi piacciono affatto, al massimo accetto di entrare nei fans club di qualche organizzazione o personaggio pubblico che apprezzo particolarmente (Herbert Pagani, De Andrè, Jannacci, Ugo Tognazzi, AVIS, UNICEF, MSF, Barack Obama)
Dove si andrà a finire di questo passo? Arrabbiato


Marta




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